E' a Corsico l'auto che 'uccise' Paul McCartney

"Aprite" su Google, scrivete solamente "Paul McCartney" e, almeno dall'Italia, il secondo dei 13.600.000 risultati è "Leggenda della morte di Paul McCartney". La "leggenda", o meglio fola, si tramanda dal 1966. L'incipit della apposita pagina di Wikipedia recita: "La leggenda della morte di Paul McCartney (talvolta citata come PID, Paul Is Dead), è una delle prime e più note teorie del complotto sul mondo del rock. La leggenda metropolitana iniziò a circolare dal 1969; la tesi era che il bassista dei Beatles fosse deceduto nel 1966 per un incidente stradale, e fosse stato sostituito da un sosia. La leggenda, che ovviamente non è stata mai confermata e presenta oggettivamente non poche difficoltà, troverebbe le sue conferme proprio in "messaggi in codice" nascosti nel corso degli anni dagli stessi Beatles nelle loro opere". Ora l'auto in cui Macca, all'alba del 9 novembre 1966 a Londra, secondo i complottisti trovò la morte è a Corsico (MI) in un capannone dietro l'Ikea. A darne notizia sono le pagine milanesi del "Corriere della Sera". Nella capitale britannica è buio e piove. Macca esce dagli studi di Abbey Road e si mette al volante della sua Aston Martin DB5, un 4000 di cilindrata, una bella bestia da 220 chilometri orari. Paul guida nervoso. Forse ha bevuto, forse ha litigato con gli altri Fab, non si sa. Sia come sia, finisce contro un albero. Inizio della "leggenda". Gli altri tre lo avrebbero sostituito con un perfetto sosia e chi più ne ha più ne metta. Viene perfino eseguito uno studio di antropometria. L'auto, quella vera, adesso è a Corsico nell'officina di Walter Baroni; l'artigiano è il solo in Italia specializzato nel restauro di auto britanniche d'epoca. A provarlo non è la leggenda bensì un bel documento: carta canta, la Casa sul libretto scrive che il primo proprietario è "Paul McCartney" il quale nel 1964 per l'auto calò 3800 sterline, più altre 793 di tasse. Per l'epoca è un cifrone. La macchina appartiene, dopo essere passata di mano pare una sola volta, a un "collezionista anonimo" che la sta facendo sistemare. "Lo schianto c'è stato", afferma Baroni. Poi l'affondo ammazza-complottisti: "Ho smontato la macchina e il danno era grosso ma non abbastanza da uccidere una persona". Ma perché far sistemare l'Aston Martin che tra i gadget montava pure, botta di lusso, un mangiadischi Philips per ascoltare i 45 giri? Perché la quotazione sicuramente raddoppierà. Quando? Alla morte di McCartney. Quella vera.
Da www.rockol.it/news-su/Paul-McCartney

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