Paul McCartney in Italia a settembre??

C’è un baronetto del rock che vuole tornare a Napoli, città senza spazi per la musica, che ha appena costretto Daniele & Clapton a esibirsi a Cava de’ Tirreni. 
Paul McCartney, che giusto vent’anni fa, il 5 giugno 1991, stregò il pubblico del Palapartenope con un concerto-sorpresa annunciato solo pochi giorni prima, in esclusiva dalle pagine di questo giornale, voluto per presentare «Unplugged», album-viaggio dal vivo nella sua gloriosa produzione che inaugurò la fortunata collana discografica acustica targata Mtv. 
All’epoca Macca scelse Napoli, stupendo tutti, insieme con Londra (dove si esibì nello storico Mean Fiddler) e Barcellona (dove scelse lo Zeleste). 

Mimmo D’Alessandro, campano in Toscana, con il socio Adolfo Galli titolare di una delle più importanti griffe concertistiche nazionali (Elton John, Roger Waters, Bob Dylan, Ricky Martin tra gli artisti di cui si stanno occupando), gli ha proposto di tornare sotto il Vesuvio, anche per mantenere fede alla promessa di regalare al pubblico quella «’O sole mio» che all’epoca accennò soltanto, e che pure ha inciso, naturalmente nella versione presleyana di «It’s now or never», ma a ritmo di reggae.

Paul si è detto subito entusiasta: nella prima settimana di settembre dovrebbe esibirsi all’Arena di Verona, subito dopo in piazza Santa Croce a Firenze e in piazza del Plebiscito a Napoli, tutte location eccezionali.

E qui casca l’asino. D’Alessandro, che vuole organizzare l’evento con il pool di imprenditori napoletani che sta facendo nascere a Bagnoli l’Acciaiera sonora, nuova arena da 12.000 posti, sa che non è più tempo di chiedere soldi alle istituzioni, e non ne chiede.

«Ma ho bisogno della piazza, l’unico luogo, non solo per capienza, ma anche per fascino, adatto all’operazione», racconta l’organizzatore, che è venuto in città un mesetto fa per incontrare il city manager Mossetti: «Gli ho presentato l’evento, gli ho spiegato che da ”emigrante” che ce l’ha fatta volevo contribuire a ridare un’immagine bella e pulita di una metropoli che deve tornare ad essere capitale di cultura, che avevo bisogno di poter chiudere - solo per una sera - il salotto buono della città, come succede con i concerti del San Carlo o con i concorsi ippici. 

Lo show costa, per cachet e produzione, c’è bisogno di mettere un biglietto di ingresso, naturalmente».
Scorato dal primo impatto con l’amministrazione comunale uscente, Mimmo è rimasto amareggiato dalla «risposta pilatesca» del sindaco Iervolino alla richiesta ufficiale di concessione della piazza: «La posizione di rispetto istituzionale per il suo successore sarà anche corretta politicamente parlando, ma rischia di far perdere a Napoli Paul McCartney. E se si annuncia, come si è fatto appena due giorni fa, l’istituzione futura di un museo della Resistenza, cosa sacrosanta peraltro, si può anche concedere uno spazio per decine di migliaia di napoletani e turisti che godrebbero di ottima musica in una cornice straordinaria. A questo punto, vorrei lanciare un appello a tutti i candidati a sindaco: dicano se nel caso che fossero eletti concederebbero la piazza per il concerto dell’ex Beatles, naturalmente con il rispetto da parte nostra di ogni clausola contrattuale del caso».

Nell’attesa che Morcone, Lettieri, De Magistris, Pasquino e gli altri candidati a sindaco dicano la loro, a sottolineare l’importanza del ventennale dell’esibizione partenopea del rocker sta per uscire «Paul McCartney a Napoli - It was twenty years ago today!», «celebration book» dedicato all’evento dal beatlesologo Michelangelo Iossa e dal giornalista musicale Carmine Aymone che hanno raccolto testimonianze, immagini, memorabilia, racconti, aneddoti e interviste, oltre a una nota introduttiva di Geoff Baker, responsabile per decenni dell’ufficio stampa dei tour di McCartney, show del 5 giugno 1991 compreso.

In serata il sindaco Rosa IervoIino ha fatto diffondere un comunicato in cui si sottolinea che «in merito al concerto in Piazza del Plebiscito il sindaco ritiene doveroso ed istituzionalmente corretto non adottare decisioni di rilievo che vadano oltre la durata del proprio mandato».

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