Paul McCartney, il re Mida della musica

Sir Paul McCartney fa parte di quel cerchio magico di artisti (pochi, molto pochi) capaci di trasformare in oro tutto quello che toccano, un vero re Mida della contemporaneità. D’altronde, cosa aspettarsi da uno che ha rivoluzionato la musica e la cultura degli ultimi 50 anni? Per esempio, che si confrontasse con la musica pre-rivoluzione, quella che da bambino il padre gli faceva ascoltare al pianoforte, e che gli ha forgiato il cervello. In questo “Kisses on the bottom”, dal titolo ironicamente bi-senso, il 69enne ex-Beatle rilegge un po’ di classici del croonering americano pre e post-bellico. E, avvalendosi solo di un vecchio microfono e di una band coi fiocchi (quella di Diana Krall), canticchia con una stupefacente leggerezza vecchi evergreen di Cole Porter, Frank Sinatra, Nat King Cole, Ella Fitzgerald, swingando e jazzando, con il rispetto filologico che solo i grandi riservano all’arte altrui. Nessuna velleità di ridisegnare il modernariato. Puro divertissment e basta. Due soli gli inediti, perfettamente integrati nell’insieme: “My Valentine”, con Eric Clapton a punteggiare di chitarra, e “Only Our Hearts”, all’armonica nientemeno che Stevie Wonder. Roba da inguaribili nostalgici. 
Da  www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=11586

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