Paul McCartney a Rolling Stone :"Largo ai giovani? Non ci penso proprio".


La copertina dell'edizione americana di "Rolling Stone" di marzo è tutta dedicata a Paul McCartney e intervistato dal mensile ha parlato di sè, della famiglia e della sua carriera no-stop. 
Vent'anni fa, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, il suo manager di allora gli consigliò di ritirarsi dicendogli "Non vorrai mica cantare anche dopo i 50 anni!Sarebbe imbarazzante". Ma lui è ancora in pista!
 "Non ci credo ancora di essere arrivato a 70 anni", ha detto Paul, "c'è una piccola cellula nel mio cervello che non ci crederà mai". E infatti non ha nessuna intenzione di smettere di fare tour e di incidere dischi "Fare largo ai giovani? Che cavolo! Si facessero spazio da soli! E se poi sono meglio di me e mi batteranno? Se ti diverti nel fare una cosa perchè fare altro? E cosa potrei fare? Amo così tanto quello che faccio che non voglio smettere".
Parlando di droga ha ammesso di aver fumato una quantità eccessiva di cannabis: “Ne ho presa molta, ed è abbastanza, ho fumato la mia dose. Quando stai allevando un bambino, il tuo senso di responsabilità prende il sopravvento. Quando è troppo è troppo, semplicemente pensi che non sia più necessario. Ho provato anche l’eroina, ma solo una volta e sul momento non ho nemmeno realizzato di averla presa, solo dopo ho scoperto di cosa si trattava. Non mi ha fatto effetto, e sono stato fortunato perché non mi avrebbe entusiasmato affatto prendere quella china”. 
Ha parlato anche dei Beatles, svelando di aver pensato più volte a una reunion dopo la loro separazione, quando George e John erano ancora vivi. Ma la paura di rovinare la loro eredità musicale ebbe il sopravvento e così non se ne fece nulla.
"Abbiamo parlato di reunion almeno un paio di volte ma non c’era abbastanza passione dietro questa idea. E’ stata più importante, la paura di rovinare l’intera idea dei Beatles. L’idea di riformarci non è stata mai convincente. Bastava che uno non fosse d’accordo e l’idea sarebbe saltata. Era la nostra democrazia."
Gli è stato chiesto se non gli dispiacesse che i suoi tour negli ultimi anni fossero più brevi, soprattutto per sua figlia Beatrice "Noi non facciamo grandi tour come gli U2 o gli Stones, sono stancanti" ha detto Sir Paul, che pare stia pianificando delle nuove date per la fine dell'anno. "Quello che facciamo ora è selezionare gli eventi e le date. A causa della custodia di Beatrice posso solo fare così. In un primo momento ho pensato 'Mio Dio, questo sarà un problema' e invece alla fine è stata una sorta benedizione."
E alla domanda se si vede sul palco anche a 80 anni Paul ha detto "Posso immaginarlo. Io non so se succederà davvero. 
E l'idea di morire sul palco? "Che domanda è mai questa!" risponde Paul con un sussulto, ma poi aggiunge sorridendo "Devo dire che non è nei miei piani. Suonare fino a quando sarò vecchio...Bè, l'unica cosa è che quando non sarà più piacevole, allora sarà il momento di smettere. Per il momento lo è. E ne vale la pena."


Commenti