I Beatles sono e rimarranno una leggendaria band e non dei veicoli elettrici.

Un’azienda olandese aveva presentato all’Ufficio dei marchi comunitari, l’Uami, una domanda di registrazione di un segno figurativo, riferito a mezzi di locomozione elettrici per persone con difficoltà deambulatorie. Nello specifico, il segno aveva il nome “Beatle”, quindi l’Uami respingeva il ricorso. Perché? Perché il nome ricorda il famoso gruppo britannico The Beatles. La questione, dunque, arriva avanti al Tribunale europeo. Il Tribunale UE (Ottava Sezione, sentenza su causa T-369/10) ritiene corretta la decisione dell’Uami. Ritiene, infatti, che non possa essere ammessa la registrazione del marchio comunitario figurativo, anche se il prodotto è stato inserito successivamente sul mercato e non c’entra nulla con il mondo della musica. La decisione del Tribunale europeo gira tutta intorno alla notorietà della band di Liverpool. Infatti, anche se è passato mezzo secolo dalle prime apparizioni, ogni prodotto con il marchio “The Beatles” legato al gruppo trasmette un’immagine positiva, «sinonimo di giovinezza e di una certa controcultura degli anni sessanta», dalla quale l’azienda che chiede la registrazione del termine “Beatle” potrebbe trarre benefici. Manca il rischio di confusione tra i due prodotti, ma è reale il rischio di sovrapposizione tra i due pubblici di riferimento dei marchi in conflitto. Insomma, il pubblico al quale si rivolge il produttore di strumenti di locomozione potrebbe essere attirato dall’immagine di libertà e giovinezza legata ai Beatles, visto che tale pubblico è composto anche da persone che, all'epoca, "seguiva" la band.

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