Il fascino semplice della rockstar.
Lontano dal "rumore dei media" Paul McCartney, Bono, Amy Winehouse sono gente comune, dall'aria simpatica o sperduta. O almeno, così li ritrae il celebre fotografo danese Søren Solkær Starbird. Che ha riunito in suoi scatti nel libro 'Closer'. Le immagini sono in mostra a Milano.
"Le stelle solitamente sono più luminose una volta tolto il rumore che i media e i fans gli creano intorno". Bono Vox, Amy Winehouse, Michael Stipe? Persone normali, anche se dotate di una grande personalità. Parola di Søren Solkær Starbird, il fotografo danese che da 15 anni cattura l'anima più intima delle rock star internazionali. I suoi scatti migliori sono ora raccolti nel volume "Closer", che verrà presentato, in collaborazione con Levi's Italia, il 18 novembre allo spazio Lattuada di Milano, dove alcune delle sue fotografie rimarranno esposte fino al 28 novembre. Arctic Monkeys, White Stripes, Franz Ferdinand ma anche U2, Oasis e Paul McCartney sono le nuove leve del pop rock che nelle immagini di Solkær si alternano ai mostri sacri del panorama internazionale. Unico comune denominatore: svelare la persona dietro la star.
Com'è nata l'idea di raccogliere gli scatti in un libro?
Sono sempre stato profondamente affascinato dalla lettura. Mia madre possedeva una libreria e ho passato tutta la vita circondato da volumi. Finora ho pubblicato due raccolte: 'Beat City' è uscito cinque anni fa e ora è il momento di 'Closer'. Il materiale fotografico non era stato pensato fin dall'inizio per essere raccolto in un libro, ma a un certo punto ho avuto la sensazione, in entrambi i casi, che avevo materiale a sufficienza e che aspettava solo di essere scoperto.
Come reagiscono gli artisti al suo approccio "normale" alla fotografia? Ce ne sono alcuni con cui è stato più in sintonia?
Alcuni artisti rimangono un po' sorpresi nel vedere come le mie sessioni siano molto tranquille e come io non sia alla ricerca di qualcosa di più 'glamour'. Ho fotografato alcuni musicisti più volte e, inevitabilmente, con loro si è instaurato un legame più stretto. Ad esempio con i ragazzi dei Franz Ferdinand e dei Raveonettes e con Jack White, il cantante dei White Stripes, c'è stato un feeling più forte.
Molte immagini sembrano immerse nella tipica luce del nord Europa, regione dalla quale lei proviene: in che modo la sua terra ha influenzato i suoi scatti?
Il cinema e la pittura sono la mia principale ispirazione. Ma anche i colori dei cieli nordici hanno una notevole influenza sul mio lavoro. Credo che nelle mie fotografie sia riflesso un po' del temperamento dell'Europa del Nord, fatto di calma ed interiorità. Medito sempre prima di uno scatto e penso che questo influenzi l'energia e le sensazioni trasmesse dai miei ritratti.
Rock e fotografia, un vecchio clichè. In che modo interpreta i suoi scatti per renderli parte di un percorso originale?
Io non ho in mente chi sono quando scatto, spesso mi dimentico persino la loro professione. Fotografo musicisti nello stesso modo in cui fotografo registi, yogis indiani o i miei figli.
Cosa resta dei grandi artisti una volta che sono stati spogliati dalla loro aura di star?
Spesso i grandi musicisti hanno anche grandi personalità. Le stelle solitamente sono più luminose una volta tolto tutto il rumore che i media e i fans gli creano attorno.
Da espresso.repubblica.it
"Le stelle solitamente sono più luminose una volta tolto il rumore che i media e i fans gli creano intorno". Bono Vox, Amy Winehouse, Michael Stipe? Persone normali, anche se dotate di una grande personalità. Parola di Søren Solkær Starbird, il fotografo danese che da 15 anni cattura l'anima più intima delle rock star internazionali. I suoi scatti migliori sono ora raccolti nel volume "Closer", che verrà presentato, in collaborazione con Levi's Italia, il 18 novembre allo spazio Lattuada di Milano, dove alcune delle sue fotografie rimarranno esposte fino al 28 novembre. Arctic Monkeys, White Stripes, Franz Ferdinand ma anche U2, Oasis e Paul McCartney sono le nuove leve del pop rock che nelle immagini di Solkær si alternano ai mostri sacri del panorama internazionale. Unico comune denominatore: svelare la persona dietro la star.
Com'è nata l'idea di raccogliere gli scatti in un libro?
Sono sempre stato profondamente affascinato dalla lettura. Mia madre possedeva una libreria e ho passato tutta la vita circondato da volumi. Finora ho pubblicato due raccolte: 'Beat City' è uscito cinque anni fa e ora è il momento di 'Closer'. Il materiale fotografico non era stato pensato fin dall'inizio per essere raccolto in un libro, ma a un certo punto ho avuto la sensazione, in entrambi i casi, che avevo materiale a sufficienza e che aspettava solo di essere scoperto.
Come reagiscono gli artisti al suo approccio "normale" alla fotografia? Ce ne sono alcuni con cui è stato più in sintonia?
Alcuni artisti rimangono un po' sorpresi nel vedere come le mie sessioni siano molto tranquille e come io non sia alla ricerca di qualcosa di più 'glamour'. Ho fotografato alcuni musicisti più volte e, inevitabilmente, con loro si è instaurato un legame più stretto. Ad esempio con i ragazzi dei Franz Ferdinand e dei Raveonettes e con Jack White, il cantante dei White Stripes, c'è stato un feeling più forte.
Molte immagini sembrano immerse nella tipica luce del nord Europa, regione dalla quale lei proviene: in che modo la sua terra ha influenzato i suoi scatti?
Il cinema e la pittura sono la mia principale ispirazione. Ma anche i colori dei cieli nordici hanno una notevole influenza sul mio lavoro. Credo che nelle mie fotografie sia riflesso un po' del temperamento dell'Europa del Nord, fatto di calma ed interiorità. Medito sempre prima di uno scatto e penso che questo influenzi l'energia e le sensazioni trasmesse dai miei ritratti.
Rock e fotografia, un vecchio clichè. In che modo interpreta i suoi scatti per renderli parte di un percorso originale?
Io non ho in mente chi sono quando scatto, spesso mi dimentico persino la loro professione. Fotografo musicisti nello stesso modo in cui fotografo registi, yogis indiani o i miei figli.
Cosa resta dei grandi artisti una volta che sono stati spogliati dalla loro aura di star?
Spesso i grandi musicisti hanno anche grandi personalità. Le stelle solitamente sono più luminose una volta tolto tutto il rumore che i media e i fans gli creano attorno.
Da espresso.repubblica.it
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