12 ore ad Abbey Road con Paul & friends.




di Tom Medica.

Premessa: Sono un bassista di 20 anni di Bologna e da più di un anno ormai vivo a Londra. Ho iniziato a suonare a 10 anni dopo aver ascoltato l’album “Revolver “ dei Beatles , scegliendo come strumento il basso affascinato dalla figura di Paul McCartney ( e dalla forma del suo strumento, tant’è che inizialmente pensavo ogni basso avesse quella forma di violino),e nel settembre 2012 mi sono trasferito a Londra (in una traversa di Abbey Road) per studiare basso all’Institute of Contemporary Music Performance. 


La mattina del 28 settembre 2013 ho letto sulla pagina Facebook di Macca che ci sarebbe stato un concorso per cercare fans che apparissero nel suo nuovo video come comparse. Devo ammettere che non pensavo di aver molte speranze, ma per scaramanzia ci ho provato, seguendo la consegna del post : mi son fatto scattare una foto da un mio amico con un Iphone , indossando una giacca di pelle e una maglia a righe , cercando più o meno di apparire cool ma allo stesso tempo “interesting “ come la consegna dettava. Una volta inviata la foto e risposto alla semplice domanda su Paul (chi è l’attrice che è apparsa in tre suoi video? La Portman , naturalmente) , senza sperarci molto ho aspettato. Il week end è passato, e anche la giornata di lunedì, e martedì mattina : ormai come avevo immaginato ero sicuro che non sarebbe successo nulla, ma era anche normale essendo Londra immensa e piena di fans di Paul. POI improvvisamente intorno a mezzogiorno mi arriva la chiamata dalla MPL ( compagnia di McCartney) : “Sei invitato a presentarti agli Abbey Road Studios domattina alle 9. Pensi di farcela?” . Non mi uscivano le parole di bocca, non poteva essere vero . No. Per evitare di svenire ancora prima di entrar nello studio ho iniziato a ripetermi queste parole: "è tutto normale, non c’è nulla di assurdo, stanno solo girando un video, lui è un musicista come tanti altri, sono passato davanti a quello studio tutti i giorni per un anno, non c’è nulla di strano, relax." Entrato nel luogo dove sono stati registrati i più grandi capolavori di musica contemporanea, sono stato fatto accomodare nella mensa , insieme ad altri fortunati come me. Cibo gratis a volontà, ma se facevi parte della crew del video di Paul SOLO vegetariano. Non potevi nemmeno avvicinarti a quel gustoso bacon esposto ..Paul non vuole essere circondato da gente che ha appena mangiato carne. Comunque a quel punto ancora non ero convinto che Paul fosse presente durante le riprese, magari se ne sta tranquillo a Cavendish Avenue, pensavo . Ad ogni modo il tempo passava , e non ci dicevano nulla se non che era severamente vietato fare foto e usare Facebook. Ci sono passati davanti Meryl Streep e il cantante dei Take That, ma nessuno li ha notati..avevamo la testa altrove. Dopo 3 o 4 ore di attesa mi sono alzato per mangiar qualcosa ma mi è venuto incontro uno della crew con un auricolare e mi ha ha detto bruscamente “Are you Tommaso? “ “Yes” “Follow me..NOW..fast!” “But I was about to eat” “NO! Come on!”. Così l’ho seguito in un corridoio e improvvisamente mi sono trovato dentro ad una stanza dall’aria molto familiare. Ok, sono nello Studio 2, dove i Beatles hanno registrato quasi tutto il loro repertorio, e davanti a me c’è Paul McCartney circondato dalle telecamere e dalla crew, mi viene incontro per darmi la mano (si presenta ad ogni membro della crew o del cast). Ha una camicia blu acceso che lo fa spiccare tra tutti e indossa i sandali. Fortunatamente mi sono ripetuto un sacco di volte le parole sopracitate : “nice to meet you..actually we already met in Bologna..” (grazie ad un amico di mia madre direttore dell’hotel in cui stava ero riuscito a strappargli un autografo ma non mi erano praticamente uscite parole di bocca in quell’occasione) “oh yeah! Nice to see you man” (figurati se si ricordava). Il regista (marito di Mary McCartney) a quel punto mi dice di appoggiarmi ad un pianoforte e battere il tempo col piede, facendo finta di flirtare con una modella seduta sul piano. Mentre ci preparavamo a girare, la persona che ha scritto la colonna sonora della mia vita si è avvicinata e si è messa a tamburellare sul piano ridendosela da solo. Fatto ciò è venuto da me, mi ha dato un pugno sulla spalla e mi ha detto sorridendo “ Are you alright mate?” Incredibilmente non collassando ho ricambiato il sorriso e mi è uscito solo un YEAH!. A quel punto sono iniziate le riprese per la canzone "Queenie Eye", che ad essere sincero in un primo momento non mi ha convinto molto ( più che altro per il testo ), ma che invece non è per niente male. Paul sembrava entusiasta della canzone , tanto che durante ogni ripresa, anche se non stavano filmando, ballava, cantava, batteva le mani e ci incitava a cantar la canzone con lui. Dopo qualche take, in seguito ad essere stati invitati a lasciar la sala, sono letteralmente corso nella mensa, ho preso dal mio zaino un disco del gruppo con cui sto suonando a Londra, The Sirens, e mi sono fiondato di nuovo nello studio 2 senza farmi vedere dalla sicurezza. Mi sono avvicinato a Paul e gli ho semplicemente chiesto di ascoltare il mio disco, al che mi ha assicurato che l’avrebbe fatto e ha trovato divertente il fatto che nella copertina sono di spalle rispetto ai miei compagni di gruppo(“oh you’re the shy one then!” sei quello timido allora!”). Gli ho fatto notare che stavo solo cercando di imitarlo in Sgt. Pepper. Dopo aver piu o meno realizzato il sogno della mia vita, i miei giri di basso tra le mani del piu grande bassista del mondo,  mi sono imbattuto in Giles Martin , figlio di George, produttore della maggior parte dei brani di “ NEW”, nonché del musical “Love” e collaboratore nella realizzazione del documentario “Living in the material world” su George Harrison. Con lui ho intrapreso una conversazione di ben 20 minuti e, con il disco dei Sirens tra le mani ha iniziato a farmi domande sulla mia attività musicale a Londra  e la conversazione è sfociata in molte rivelazioni da parte sua riguardanti la realizzazione di “ New” : l’impegno che Paul ha messo in questo lavoro l’ha reso il miglior disco in anni e anni, probabilmente alla pari di "Chaos and Creation", ma sicuramente molto meglio di "Memory Almost Full"; mi ha raccontato di come Paul ha usato il basso Rickenbacker in alcuni pezzi per la prima volta in più di 20 anni, o di come la versione originale della title track “New” , prodotta da lui, era molto meglio rispetto a quella finale realizzata con Mark Ronson ( produttore di Amy Winehouse). Dopo avergli strappato la promessa di un suo eventuale parere sul mio disco tramite email , mi son reso conto che c’era Paul davanti a noi seduto al piano intento a suonare improvvisazioni jazz..

Il regista a quel punto stava organizzando uno pseudo party al'interno dello Studio 2 e tutte le comparse dovevano ballare nella stanza. Io sono stato posizionato davanti al piano di Paul il quale non faceva altro che fare facce buffe e linguacce a tutti: si annoiava, lo stavano facendo aspettare troppo cosi si è alzato e ha iniziato a suonare la batteria posizionata al lato del piano incitandoci tutti a battere le mani, dopodichè è tornato al piano e si è messo a suonare "Lady Madonna". Stiamo cantando tutti insieme in coro..Paul McCartney a mezzo metro da me sta suonando uno dei miei pezzi preferiti dei Beatles  e potevo vedere lo storico Hofner bass appoggiato al piano, lo strumento che suona dai tempi dell’Ed Sullivan Show..proprio quello.. e tutto ciò nello Studio 2.. Svengo?? NO.. resisto, è tempo di ballare. Arriva Kate Moss in mezzo a noi e la festa si fa ancora più scatenata. È per caso un sogno? In quel momento mi è venuto questo dubbio ma ho smesso di pensarci concentrandomi a saltellare al ritmo di Queenie Eye. Il regista ha rimproverato scherzosamente Paul dicendogli di smetterla di giocherellare, era ora di girare. Dopo un paio di takes Paul si è congedato e ci ha salutati tutti. Non scorderò mai il momento in cui mi si è avvicinato dandomi il 5 dicendomi “ Cheers mate, see you later”..Grazie amico ci vediamo presto. Una delle cose che mi ha colpito di più è stato vedere per la prima volta Paul come un essere umano e non come una divinità : era in un ambiente rilassatissimo, circondato da amici e dalla famiglia (Mary , Stella e tutti i nipotini) e da qualche fan che comunque non lo stava assalendo con flash e dischi da firmare, ed era gentile con tutti, trattava ogni persona presente in quella sala come un amico con cui giocherellare e scherzare.

E cosi intorno alle 21 si è conclusa questa giornata che ha molto di surreale e che ha rappresentato probabilmente il momento top della mia vita sino ad ora. Se me l’avessero detto 2 anni fa nella mia saletta prove a Bologna non ci avrei creduto per nulla al mondo..anzi nemmeno 4 giorni fa ci avrei creduto a dirla tutta. Uscito da Abbey Road ho finalmente realizzato che razza di giornata avevo vissuto, e non mi vergogno di dire che sono tornato a casa con le lacrime agli occhi.
          Tom Medica

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