Franco Zanetti ''Il mio omaggio ai 50 anni dei Beatles raccontando dettagliatamente la storia delle loro canzoni''
Raccontare la leggenda dei Beatles attraverso 211 schede approfondite, dedicate a ognuna delle canzoni registrate e pubblicate dai Beatles nel corso della loro attività (1962-1969). E’ quanto realizzato dal giornalista e scrittore dalla lunga esperienza musicale Franco Zanetti, autore del volume “Il libro bianco dei Beatles”, uscito in occasione dei 50 anni dalla nascita della storica band di Liverpool. L’autore racconta il suo libro ricco di aneddoti e curiosità e ne approfitta per dire la sua opinione sull’industria musicale italiana.
Come nasce l’idea di questo libro?
L’idea nasce in maniera abbastanza bizzarra; Riccardo Bertoncelli aveva in mente di acquisire i diritti per la traduzione di un libro inglese che in italiano si sarebbe intitolato “La storia dietro alle canzoni”. Mentre ragionavamo su quanto sarebbero costati, abbiamo pensato che sarebbe stato più facile scriverlo completamente in italiano. Ho cominciato a settembre di un anno fa a raccogliere il materiale, a gennaio quindi a scrivere per poi finire e consegnare il libro lo scorso 29 giugno. L’intento editoriale era quello di capitalizzare il fervore mediatico che si pensava ci sarebbe stato intorno al cinquantenario dei Beatles, mentre la ragione culturale era di fornire un compendio di informazioni per gli appassionati, competenti e non, dei Beatles, in modo da fornire loro una guida all’ascolto. Nel libro approfondiamo le 211 canzoni incise e pubblicate dai Beatles nel periodo della loro attività, che va dal 1962 al 1970.
Quali sono gli aneddoti più significativi contenuti all’interno del libro?
Nel libro ho curato soprattutto date e informazioni riguardanti la scrittura e la registrazione delle varie canzoni. Parallelamente, ho raccolto un volume abbastanza imponente di dichiarazioni e virgolettati, che vanno a corredo delle singole canzoni. L’aneddotica è uscita nel corso delle ricerche, come quella legata alla canzone “She Came In Through the Bathroom Window”. Il mio intento non era quello di far giustizia delle leggende, ma solo di indicarle come possibili o probabili. Tra l’immenso materiale che ho trovato nel corso delle mie ricerche, ci sono anche discrepanze di date che ho cercato di correggere.
Si occupa di musica da diversi anni. Cosa ne pensa della situazione discografica di oggi?
Ho fatto per parecchi anni il discografico. Ho visto l’evoluzione e l’involuzione della musica. Il mio parere è che la digitalizzazione sia una grande opportunità, il problema è che a capirlo sono stati altri prima dei discografici; quest’ultimi, quei pochi rimasti, finanziano la produzione dei dischi che un altro “signore” mette in vendita legalmente in formato digitale, dando a loro una piccola percentuale e guadagnando molti di più. Questo lavoro avrebbero dovuto farlo i discografici stessi. Il volume economico connesso al digitale non è inferiore a quello dei dischi venduti, solo che esso non va ai discografici. La tantissima musica in circolazione sta incentivando anche la fruizione della musica dal vivo, ma i soldi dei concerti non li guadagnano le case discografiche, ma vanno ai cantanti e all’impresario dei concerti. Il problema è dovuto ad una ridistribuzione dei redditi, che invece di andare, secondo il meccanismo tradizionale, a chi finanziava e produceva i dischi, sta andando a qualcun altro. Basta pensare alle radio: i 7 network radiofonici italiani da 3 anni hanno un fatturato complessivo superiore a quello della discografia.
Secondo lei, lo stesso scenario si può ripetere con le case editrici?
Non saprei. Ho 60 anni, e per me già il passaggio dal vinile al cd è stato uno shock culturale. Non sono mai passato dal cd all’mp3. Ho anche più libri che dischi. Non riesco ad immaginarmi a leggere un libro attraverso un mezzo che non sia cartaceo. Come il disco in vinile, per me il libro ha valore in sé in quanto è un oggetto. Comprare un ebook per poi cancellarlo, credo sia un gesto così facile che sminuisce il valore di ciò che butti via. Come il rituale di ascoltare un disco in vinile richiedeva una serie di azioni che predisponeva al godimento di ciò che stavi per ascoltare, allo stesso modo comprare un libro in libreria, aprirlo, conservarlo ti predispone ad una maggiore cura e affetto verso l’oggetto che hai acquistato. Mi sembra la differenza tra fruizione, veloce, e godimento, un’azione più consapevole.
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