24 Giugno 1965: I Beatles suonano al Vigorelli di Milano per il loro Tour Italiano.




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A volte succede che un evento resti unico davvero. Irripetibile e storico, magari senza che i testimoni ne siano coscienti. Perché specie quando si è giovanissimi le cose sembrano avere sempre un futuro. Invece quarant’anni fa i Beatles arrivarono in Italia, dove tennero tre concerti a Milano, Genova e Roma. Era la prima dei Fab Four in Italia e fu anche l’ultima. Nessuno poteva immaginare, nel 1965, in piena beatlesmania, che di lì a cinque anni quella magia si sarebbe spezzata, che non ci sarebbe stata un’altra volta. Per ricordare quell’evento è stata avviata una serie di celebrazioni che riuniscono i «testimoni» di allora e, ovviamente, tutti i fan dei Beatles in Italia. 
La «data delle date» per i beatlesiani è quella del primo concerto in assoluto in Italia del quartetto di Liverpool, ovvero quello al Vigorelli di Milano, il 24 giugno del 1965 (i Beatles suonarono poi il 26 al Palasport di Genova e il 27 e 28 al teatro Adriano di Roma). Il tour, organizzato da Leo Wachter («inventore» tra l'altro del Ciak, che ha segnato una svolta nel teatro milanese) arriva nel momento magico dei Betles. L’anno prima erano stati consacrati idoli mondiali dal loro viaggio negli Usa e nel ’65 «Help» segna il culmine della loro affermazione. 
L'ARRIVO - Paul, Gorge, John e Ringo arrivano da Lione a Milano la sera del 23 in treno: sbarcano dal Trans Europa Express, il T.E.E. come si diceva allora familiarmente, alla Stazione Centrale. Oltre tremila fan sono in attesa pronti a replicare le scene di isteria che accompagna ogni loro apparizione. Per evitare problemi il treno viene fatto arrivare però su un binario diverso da quello ufficialmente previsto, dove soltanto pochissimi riescono ad arrivare per vedereli scendere: i Beatles e vengono prelevati da quattro spider Alfa Romeo rosse. E portati all’hotel Duomo. 
LE FOTO - Proprio qui, in una sala dell'hotel, si tiene la conferenza stampa (per evitare trabocchetti il manager Brian Epstein ottiene che le domande dei giornalisti fossero rivolte a Watcher che poi le avrebbe tradotte a lui in yiddish). E sempre e qui, sulla terrazza, viene scattata la famosa serie di foto del quartetto con alle spalle le guglie del Duomo. L'unica altra tappa del breve soggiorno milanese è un night, il Charlie Max di via Dogana. 



DOPPIO SET - 

Al Vigorelli è previsto un doppio «set»: in pratica i concerti 
milanesi dei Beatles sono due, uno alle 16, sotto un sole 
cocente e con 38 gradi, davanti a settemila persone; l’altro la sera, 
con un pubblico molto più numeroso, circa 20mila spettatori, e più adulto.
Prezzi: duemila lire sul prato, mille lire per i posti sulle tribune. I concerti 
sono presentati e introdotti da Lucio Flauto e Rossella Como e prima
dei Beatles si esibiscono alcuni artisti italiani: ci sono Peppino Di Capri 
con i suoi Rockets, Fausto Leali e i Novelty, Maurizio e i New Dada…. 
I suoni sono (e saranno anche con il quartetto di Liverpool) quelli possibili 
per un'epoca in cui ancora non esiste una «uscita» unica per i suoni. 
C'è un impianto per le voci, ci sono gli amplificatori (i leggendari Vox) 
per le chitarre e la batteria (difficilissima da amplificare) deve farsi 
sentire così com'è. Ma infine, eccoli, i Beatles: salgono sul palco in 
abito scuro, camicia bianca e cravatta. John Lennon imbraccia 
la sua Rickenbacker e indossa un berretto blu, Ringo Starr si siede 
dietro la famosa Ludwig con l’inconfondibile logo del gruppo, 
George Harrison imbraccia la sua Gretsch e Paul McCartney 
il basso Hofner a cassa di violino. Paul si avvicina al microfono salutando 
il pubblico con un «ciao» e cercando di dire qualche frase appena imparata
in italiano per presentare il gruppo.
Poi via con «Twist and Shout»: la magia comincia e sarà irripetibile. 




























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