Conferenza Stampa di Ringo Starr e video.
C'ero anch'io ieri attaccata al pc per assistere alla conferenza stampa di Ringo che presentava il suo tour europeo in compagnia della sua All Starr Band integralmente in diretta in streaming.
Una certa emozione..lo confesso...non oso immaginare quando lo vedrò il 3 luglio a Milano! Ma ecco..Ringo arriva: "Non è grandioso che io sia ancora qui?". A 70 anni forse non è mai stato così in forma. Niente più alcol, niente più musica sciolta nel ghiaccio dei bicchieri di whisky, niente più desideri mischiati male. "Nelle mie feste ora si beve solo acqua". Lui e Paul McCartney sono quel che resta del mito.
Magro, asciutto, la giacca scura portata sopra una maglietta a girocollo. Scarpe da ginnastica da bambino invecchiato. Ha i capelli corti, ancora molto neri, la barba curata. "Nel 2012 festeggio il primo album dei Fab Four. Sono passati 50 anni. Mi fa effetto avere ancora le bacchette in mano. Ho cominciato a 13 anni. Mi piace. A voi non piaccio?». Si porta via un piccolo applauso.
Nell’Hangar 86 di Dunsfold Park, una ex base militare rimasta incastrata tra la II guerra mondiale e la luna, l’Uomo più fortunato degli Anni 60 (come l’aveva velenosamente ribattezzato la stampa inglese) presenta la sua "All Starr Band". Soprattutto il suo nuovo tour europeo. Comincia sabato a Kiev, passa da Milano e Roma il 3 e 4 luglio e finisce a Vienna. "Sono entusiasta di venire in Italia. Ci torno dopo 19 anni per essere Ringo, non solo l’ex Beatle anche se non potrò esimermi dal suonare hit come “Boys” o “With a little help from my friends”. O come “Yellow Submarine”. La gente vuole sentire quei pezzi», dice. A Milano suonerà all’Arena Civica: «Con i Beatles venni nel 1965, ricordo un concerto pomeridiano in un velodromo (il Vigorelli ndr). All’epoca si usava tenere show sotto il sole. Con lui ci sono dei vecchi santoni. Rick Derringer, Wally Palmer, Edgar Winter, Gregg Bissonette. E poi Richard Page, che canta "Broken Wings" con la stessa carica dei mitici anni 80.
Il programma prevede che il gruppo si esibisca in quattro brani prima di consegnarsi alle domande dei rappresentanti di carta stampata presenti. Ringo si comporta con i colleghi come se fosse un falco che copre i piccoli con la sua vecchia ala. «E’ esattamente questa la gente con cui amo suonare. Non la cambierei con nessuno». Canta "Boys" e "With a little help from my friends". La voce si perde negli spazi infiniti dell’hangar 86, ma i pezzi son troppo belli per non sentirne il peso ed ecco Gregg Bissonette prendere la parola. "Per me Ringo è il più grande batterista di tutti i tempi. Senza di lui la musica dei Beatles non sarebbe la stessa". Anche Page si inchina. "Ogni volta che lo vedo mi do un pizzicotto. E incredible essere sul palco con lui". In parte se la raccontano. Non fa male esagerare un po’. L’ex Beatles rende omaggio a Liverpool per cancellare vecchie polemiche ("Non è vero che non la amo, c’è la mia gente, la mia famiglia"), poi guarda l’orologio e si congeda in fretta. "Vi sono piaciuto, gente?".
Una certa emozione..lo confesso...non oso immaginare quando lo vedrò il 3 luglio a Milano! Ma ecco..Ringo arriva: "Non è grandioso che io sia ancora qui?". A 70 anni forse non è mai stato così in forma. Niente più alcol, niente più musica sciolta nel ghiaccio dei bicchieri di whisky, niente più desideri mischiati male. "Nelle mie feste ora si beve solo acqua". Lui e Paul McCartney sono quel che resta del mito.
Magro, asciutto, la giacca scura portata sopra una maglietta a girocollo. Scarpe da ginnastica da bambino invecchiato. Ha i capelli corti, ancora molto neri, la barba curata. "Nel 2012 festeggio il primo album dei Fab Four. Sono passati 50 anni. Mi fa effetto avere ancora le bacchette in mano. Ho cominciato a 13 anni. Mi piace. A voi non piaccio?». Si porta via un piccolo applauso.
Nell’Hangar 86 di Dunsfold Park, una ex base militare rimasta incastrata tra la II guerra mondiale e la luna, l’Uomo più fortunato degli Anni 60 (come l’aveva velenosamente ribattezzato la stampa inglese) presenta la sua "All Starr Band". Soprattutto il suo nuovo tour europeo. Comincia sabato a Kiev, passa da Milano e Roma il 3 e 4 luglio e finisce a Vienna. "Sono entusiasta di venire in Italia. Ci torno dopo 19 anni per essere Ringo, non solo l’ex Beatle anche se non potrò esimermi dal suonare hit come “Boys” o “With a little help from my friends”. O come “Yellow Submarine”. La gente vuole sentire quei pezzi», dice. A Milano suonerà all’Arena Civica: «Con i Beatles venni nel 1965, ricordo un concerto pomeridiano in un velodromo (il Vigorelli ndr). All’epoca si usava tenere show sotto il sole. Con lui ci sono dei vecchi santoni. Rick Derringer, Wally Palmer, Edgar Winter, Gregg Bissonette. E poi Richard Page, che canta "Broken Wings" con la stessa carica dei mitici anni 80.
Il programma prevede che il gruppo si esibisca in quattro brani prima di consegnarsi alle domande dei rappresentanti di carta stampata presenti. Ringo si comporta con i colleghi come se fosse un falco che copre i piccoli con la sua vecchia ala. «E’ esattamente questa la gente con cui amo suonare. Non la cambierei con nessuno». Canta "Boys" e "With a little help from my friends". La voce si perde negli spazi infiniti dell’hangar 86, ma i pezzi son troppo belli per non sentirne il peso ed ecco Gregg Bissonette prendere la parola. "Per me Ringo è il più grande batterista di tutti i tempi. Senza di lui la musica dei Beatles non sarebbe la stessa". Anche Page si inchina. "Ogni volta che lo vedo mi do un pizzicotto. E incredible essere sul palco con lui". In parte se la raccontano. Non fa male esagerare un po’. L’ex Beatles rende omaggio a Liverpool per cancellare vecchie polemiche ("Non è vero che non la amo, c’è la mia gente, la mia famiglia"), poi guarda l’orologio e si congeda in fretta. "Vi sono piaciuto, gente?".
Durante la conferenza stampa non è mancata una fecciatina all'amico Paul : "Non penso mi verrà a trovare sul palco anche se gli avevo chiesto di suonare un paio di brani. Lui è preso dal suo, di tour. E dai preparativi del matrimonio, al quale non mancherò». Ringo sorride: "Dopo la morte di Lennon, eravamo rimasti in tre, io Paul e George. Harrison aveva un senso dell’humour tipicamente di Liverpool. Una volta gli dissi: Sir Paul non ha mai tempo, e poi è taccagno: mi ha detto che vuole tutti i soldi degli incassi. Vieni almeno tu a suonare con me? E George: mmm, non penso tu abbia abbastanza soldi per il mio, di cachet! Era un grande!".Poi Ringo si fa serio: "Quando quei tre mi aggregarono alla band, 50 anni fa, avevano bisogno di un drummer all’altezza. All’epoca suonavo per Rory Storm e gli Hurricanes. Ero il miglior batterista di Liverpool, più popolare di John, Paul e George. Non sono mai stato un virtuoso ma chi ha suonato con me ha sempre apprezzato il timing che dò alla batteria. Con i Beatles ho toccato il tetto del mondo, ci siamo divertiti, abbiamo fatto cose incredibili e siamo sopravvissuti, dal 1962 al 1970, quando abbiamo preso strade separate, a tante cose. Litigi tra noi? Come tra fratelli. Una notte, durante una registrazione del White Album, la tensione era a tal punto pesante che abbandonai lo studio di registrazione, andai a casa. Tornai qualche giorno dopo e, accomodandomi alla batteria, mi accorsi che era ricoperta di fiori sui quali c’era un biglietto con tre firme: Welcome Ringo! Era sempre così. Si litigava, poi facevamo pace". Grande Ringo!
Per chi se lo fosse perso ecco il video dell'evento!
Ringo Starr - Press Conference 1st June 2011.
Da www.muzu.tv/ringostarr/
Per chi se lo fosse perso ecco il video dell'evento!
Ringo Starr - Press Conference 1st June 2011.
Da www.muzu.tv/ringostarr/
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